Post di Viaggio

Namib-Naukluft National Park: Sossusvlei e dintorni

Sossusvlei era la tappa per me più attesa del viaggio in Namibia; il deserto, infatti esercita da sempre su di me una forte attrattiva e non vedevo l’ora di tornarvi.
La nostra giornata verso il Namib-Naukluft National Park inizia alle 4:20 quando si accende un motore diesel, probabilmente di un pulmann, nel parcheggio su cui è affacciata la nostra camera delll’Hammerstein Namib Logde
Avendo puntato la sveglia alle 5 decidiamo che non è il caso di provare a riaddormentarci, così ci vestiamo e passiamo in reception a ritirare la nostra colazione al sacco. Purtroppo a marzo, quando abbiamo iniziato a prenotare i pernotti del viaggio, non c’erano già più posti nel lodge alle porte del parco, potremo quindi entrare solo alle 6.30 e dobbiamo ancora percorrere i 60Km che ci separano da Sesriem la città in cui è situato il cancello di ingresso del parco. 
Ci hanno detto che un pezzo della C19, la strada sterrata che conduce al parco è davvero in pessime condizioni e siamo anche un po’ preoccupati per questo. Sapevamo di essere nel pieno dell’inverno australe ma tutto ci saremmo aspettati fuorchè di trovare le tubature e il parabrezza dell’auto congelati!
Ci mettiamo al volante col buio più completo e ci chiediamo come mai sia sconsigliato da tutti viaggiare dopo il tramonto ma nessuno osi farti notare che alle 5 di mattina è altrettanto buio e pericoloso: forse il fatto di essere diretti a Sossusvlei è un motivo sufficiente a rischiare almeno un pochino!
Nonostante il nostro mezzo non sia dei più idonei alla strada sterrata parecchio dissestata, seguiamo l’esempio di altri mezzi davanti a noi utilizzando la carreggiata opposta; guidando sul lato “italiano” della strada. Molti mezzi 4×4 ci superano lasciandosi dietro una nuvola di polvere e pietre che ci costringe a frenare ulteriormente per via della scarsa visibilità. 
Finalmente arriviamo al cancello del parco, sono le 6.33 siamo in perfetto orario e dopo pochi minuti entriamo. 
Qui la strada è perfettamente asfaltata e anche se il limite è di 60Km/h; ci concediamo un po’ di velocità ora che abbiamo finalmente un veicolo idoneo al manto stradale. Purtroppo mentre percorriamo i primi chilometri ci rendiamo conto che il sole è completamente sorto e che l’effetto alba è già andato! Le dune di sabbia però hanno ancora un colore rossastro che stacca nettamente sul cielo azzurro.
Superiamo la “Duna 45” dove avevamo ipotizzato di aspettare l’alba e decidiamo di dirigerci direttamente al parcheggio per i veicoli a 2 ruote motrici dove prendiamo lo shuttle per Sossusvlei. 
Saliamo su una delle prime navette (100NAD a testa) guidate da autisti infreddoliti con tazza di caffè fumante nel cruscotto e veniamo “scaricati” in un piazzale, il driver ci fa un gesto per indicarci “Dead Vlei” e forse ancora troppo addormentati per ragionare, non ci facciamo troppe domande e ci incamminiamo in quella direzione seguendo qualche altro turista. 
Non sappiamo bene come ma ci troviamo a fare “Dune Climbing”: la sabbia è sofficissima e ogni passo verso l’alto ne facciamo mezzo verso il basso sprofondando sulla cresta della duna, il sole e la fatica iniziano finalmente a scaldarci le ossa e proseguiamo ansiosi di guadagnare la vetta!
Dune climbing
Finalmente raggiungiamo un altura che ci regala un bellissimo panorama: a sinistra dune del deserto a perdita d’occhio e a destra quella che doveva essere la destinazione della nostra passeggiata: Dead Vlei un candido lago effimero caratterizzato da scuri alberi morti, il tutto incastonato nelle dune rossastre e nel cielo blu! 
Proviamo l’ebbrezza della corsa giù dalla duna: la pendenza è notevole ma la sabbia frena la corsa e ti fa galleggiare sopra di essa…
Dead Vlei
Raggiungiamo il “pan” originato dalle acque del fiume Tsauchab che avevano creato terreno fertile per queste acacie chiamate “camel thorn tree”. I cambiamenti climatici e gli spostamenti delle dune hanno però creato una diga a questa depressione che non viene più inondata periodicamente dalle piogge. 
Gli alberi hanno più di 900 anni e non si sono decomposti a causa del clima secco che caratterizza questa zona.
Ritorniamo allo shuttle stavolta dal sentiero originale in pianura e facciamo tappa a Sossusvlei: ci troviamo solo a qualche chilometro di distanza dalla Dead Vlei ma il panorama è completamente diverso. 
Il driver ci spiega che Sossusvlei è ancora raggiunta dalle copiose piogge estive e per questo motivo possiamo vedere le stesse specie di alberi in versione rigogliosa e verdeggiante.
Sossusvlei
Passando tra Big Daddy e Big Mama facciamo ritorno al parcheggio dove parte il sentiero per Hiddenvlei
Qui siamo praticamente soli nell’intera vallata e la passeggiata nella sabbia si fa più impegnativa… Dopo un’oretta di camminata in questa distesa sabbiosa ci inerpichiamo su un altura seguendo i paletti bianchi e finalmente appare un altro pan incastonato nelle dune. 
Hidden Vlei
Qui il paesaggio è indubbiamente meno particolare, non ci sono i camel thorn tree, ma è il silenzio e la pace la fanno da padrone regalandoci una mezz’oretta di relax davvero suggestiva! 
Torniamo poi alla macchina stanchi ed affamati e decidiamo di concederci la nostra colazione al sacco sotto un’acacia.

Ripartiamo in direzione dell’uscita del parco e decidiamo di fermarci alla Duna 45 così chiamata perché sorge a circa 45 Km dal cancello del parco, alta solo 85m si presta alle scalate ed è la più famosa, la più fotografata, nonché la più facilmente raggiungibile delle dune del Deserto del Namib.
Duna 45

Panorama dalla Duna 45

Torniamo poi al cancello del parco e dopo aver pagato il biglietto (80NAD a testa + 10 per l’auto) riprendiamo la terribile C19 per tornare all’Hammerstein Lodge. Purtroppo ci rendiamo conto che domani dovremo ripercorrere il tratto più accidentato in direzione di Solitaire, ad averlo saputo avremmo pernottato questa notte già in direzione di Swakopmund!

Dopo una ventina di chilometri vediamo una macchina in panne sulla carreggiata opposta in direzione Sossusvlei, si tratta di una berlina in un tratto di strada desertica, ci fermiamo a chiedere se possiamo essere utili in qualche modo e scopriamo che è la loro terza gomma forata in due giorni ed in questo momento anche la loro ruota di scorta è bucata. 
Ciò nonostante non hanno perso l’entusiasmo e danno la colpa alla “bad luck”, chiacchieriamo con loro qualche minuto e rifiutano la nostra offerta di accompagnarli fino a Sesriem, dovremmo infatti tornare indietro di una ventina di chilometri e lo reputano troppo rischioso per le nostre gomme e la nostra auto. 
Ci offriamo quantomeno di aspettare con loro qualcuno che vada nella giusta direzione e dopo pochi minuti si ferma una jeep apparentemente guidata da un locale che dà loro indicazioni su un riparatore di gomme proprio li in mezzo al nulla: chi l’avrebbe mai detto! Salutiamo tutti e riprendiamo la strada verso il lodge. 

Dopo la levataccia il mio unico desiderio è una bella doccia e un po’ di relax a bordo piscina! Arrivati al lodge scopriamo però che in camera non arriva acqua calda, chiamiamo la reception e scopriamo che la colpa di questo disagio è solo nostra: Alex stamattina alle 4 e mezza ha aperto l’acqua calda e non vedendone arrivare si è dimenticato di richiudere il rubinetto! Morale abbiamo svuotato la cisterna scaldata dal pannello solare e dobbiamo attendere che tutto si ricarichi… ci rintaniamo poi nella lounge del lodge a scaldarci perchè fuori c’è un vento freddo ed aspettiamo li l’ora di cena con un aperitivo a base di vino del Sud Africa.

Vino Sudafricano

La cena è a buffet anche stasera ma le carni dell’Hammerstein sono ottime perchè allevate o cacciate direttamente nella tenuta, in particolare stasera ci stupisce la bontà della zebra arrosto.
Zebra arrosto

Leggi anche le altre tappe di “#innamibiacolleone”:

 

4 Comments

  1. Roby Settembre 5, 2014
  2. Anna Bignamini Settembre 5, 2014
  3. Roberta Settembre 5, 2014
  4. go mypass Settembre 8, 2014

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